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Curiosità sulla Pasqua

Molti di voi sanno che per i cattolici la Pasqua ricorda la resurrezione di Gesu’.

La data è associata ai  cicli lunari, cade la domenica successiva al primo plenilunio della stagione primaverile.

Molti di voi però non sanno che essa ha dei legami con la la Pasqua Ebraica. La parola Pasqua deriva da Pesach (pascha, in aramaico), significa “passare oltre”, e deriva dal racconto della decima piaga, nella quale il Signore comandò agli ebrei di segnare con il sangue dell’agnello le porte delle case di Israele permettendogli di andare oltre ( “passò oltre” ), colpendo così solo le case degli egizi ed in particolar modo i primogeniti maschi degli egizi, compreso il figlio del faraone . La Pesach indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egizi e l’inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa. Con l’avvento del cristianesimo la Pasqua ha acquisito un nuovo significato, indicando il passaggio da morte a vita per Gesù Cristo e il passaggio a vita nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e chiamati a risorgere con Gesù. Perciò, la Pasqua cristiana è detta Pasqua di resurrezione, mentre quella ebraica è Pasqua di liberazione dalla schiavitù d’Egitto. 

Ma perchè si regalano uova? Quest’abitudine è nata con il tempo. All’inizio si regalavano uova vere, con il guscio colorato, col significato di rinascita e che la vita ricomincia. Mentre la colomba appare in molti luoghi di culto cattolico e tutti simboleggiano il Cristo salvatore portatore di pace. Quindi regalare una colomba significa inviare un messaggio di pace.

Noi di vinifico vi suggeriamo una colomba artigianale classica alle mandorle dal gusto speciale da regalare alle persone care.

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Cosa ci dicono archetti e le lacrime in un bicchiere di vino?

Molti di voi avranno notato che dopo aver girato un bicchiere di vino per farlo respirare, si formano degli archetti e delle lacrime. Cosa indicano? Semplicemente una maggiore o minore quantità di alcool nel vino. Più lentamente le lacrime scorrono verso il basso, più alcool c’è nel vino. Perchè accade questo? Come sappiamo l’alcool evapora molto prima dell’acqua e fluisce molto piu’ velocemente in una superfice come il vetro. Quando giriamo il bicchiere, per capillarità, il vino risale la superficie del bicchiere. L’acool evapora molto velocemente rispetto all’acqua, e il vino, che in quella parte del bicchiere ha cambiato struttura, svuotandosi dell’alcool, rallentano la corsa in basso. Quindi, quando le lacrime scendono lentamente, si parla di un vino maturo. Mentre quando esse scendono piu’ velocemente, si parla di un vino giovane. La prossima volta che avrete occasione di avere un vino giovane e uno maturo in 2 bicchieri diversi, fate questo esperimento. Spiegate anche il perchè. Un modo per fare colpo con gli amici e passare per un grande esperto. Dimenticavo di aggiungere che questo fenomeno viene chiamato effetto Marangoni. Vi invito a cliccare quì per saperne di più. Se raccontate anche questo ai vostri amici, passerete pure per scienziato.

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Cosa si intende per vino asciutto?

Continuano i nostri articoli brevissimi dedicati ai termini enologici. Vi accenniamo oggi il significato di vino asciutto.

Vino discretamente dolce, con la presenza tra i 14 e i 25 gr/litro di zuccheri. È leggermente astringente e lascia gradevolmente la bocca pulita priva di saliva.

Molti vini rossi invecchiati sono asciutti e sono perfetti per gli arrosti e la cacciagione.

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Olio Extra Vergine d’oliva

La storia dell’olio extra vergine ha antichissime origini. 4000 anni prima di Cristo l’olio gia’ era conosciuto in Armenia e nella Palestina. Veniva utilizzato in modi molto diversi : come medicinale, come unguento della pelle e addirittura per tenere accese le lampade come l’olio lampante ( l’ultima parte di spremitura dell’olio).

Furono i greci a diffondere la coltivazione dell’ulivo nella fascia Mediterranea, ma i Romani hanno avuto il merito di diffonderlo in tutto il loro Impero. Furono loro che divisero in categorie le qualità dell’olio in base ai livelli di spremitura. Dall’olio extra vergine fino appunto all’olio lampante. Purtroppo con la caduta dell’impero romano anche l’olio d’oliva cadde in disgrazia, e solo verso la fine del medio evo si ricomincio’ a coltivarla e riportala in auge.

Perchè l’olio extra vergine è ritenuto oggi un prodotto così importante? Di sicuro non solo per le sue qualità olfattive o di quelle riguardanti il suo gusto, ma anche per l’apporto salutare che da al nostro corpo. La sua ricchezza in polifenoli e acido oleico, rendono questo prodotto un potente anti ossidante. Numerosi studi lo dimostrano. Un suo uso quotidiano moderato (ricordiamoci anche che ha moltissime calorie), aiuta il nostro intestino a lavorare meglio, a proteggerlo e a liberarci dai radicali liberi, a regolare i livelli di colesterolo((riduce il livello di colesterolo LDL, “cattivo”, rispetto al livello del colesterolo HDL, “buono”), a prevenire le lesoni arteriose, l’ictus e le trombosi.

Pensate che l’olio extra vergine viene usato come condimento per lo svezzamento dei bambini.

olio extra vergine d’oliva ART / IST

l’extravergine è l’unico olio ad essere prodotto solamente spremendo le olive, senza l’aiuto di solventi chimici o altri interventi industriali, come accade invece per altri oli o grassi vegetali. Resiste benissimo alle alte temperature. Il suo punto fumo può raggiungere i 210 gradi. Tutti gli altri oli per arrivare a queste temperature devono essere modificati e a volte sofisticati. Ad esempio l’olio di girasole senza modifiche ha il suo punto fumo a 135 gradi, dopo la lavorazione va sopra i 200. L’olio tanto declamato nei paesi anglosassoni e nord europei, conosciuto come rapeseed oil o canola oil, non e’ altro che olio prodotto da fiori di rapa (da noi chiamato olio di colza). Essendo purtroppo ricca di acido erucico, che pare sia responsabile di problemi cardi vascolari, e’ stato modificato geneticamente dai canadesi, portando la presenza di questo acido dal 50% al 5%, che loro ritengono accettabile. Beati loro. L’olio extra vergine non ha mai dovuto modificare il suo dna. E’ come la natura ce lo ha regalato. In pratica l’olio extra vergine d”oliva, tra tutti gli olii, è quello più puro e sicuro. Se ne consiglia quindi il suo uso a qualsiasi età.

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Chi inventò del Panettone?

Molti di voi amano il panettone, una prelibatezza che divenne negli anni 50, il tipico dolce natalizio italiano e successivamente anche in molte parti del mondo come Argentina, Brasile e Uruguay, dove gli italiani immigrati (anche dal nord Italia), portarono anche le loro tradizioni culinarie.

Ma scopriamo le sue origini. Ci sono due leggende a riguardo: la prima ci parla di un certo Messer Ulivo, che innamorato di una ragazza di nome Adalgisa, per starle vicino, fece in modo di farsi assumere dal padre proprietario di un forno in contrada delle Grazie a Milano. Per incrementare le vendite e cercare di apparire in una buona luce agli occhi del proprietario, inventò questo dolce che divenne immediatamente un successo strabiliante. Il finale come tutte le favole, terminò con il matrimonio di Adalgisa e Messer Ulivo.

La seconda invece ci parla di un cuoco al servizio di Ludovico il Moro. Incaricato di preparare una cena sontuosa per gli invitati del pranzo di Natale che il Moro usava organizzare con i Nobili della zona, bruciò per errore il dolce. Un aiutante della cucina di nome Toni, preparò con quello che trovò in cucina il primo panettone, che fu poi portato in tavola non avendo il cuoco, nessuna altra opzione. I commensali ne furono estasiati e Ludovico il Moro chiamò il cuoco per conoscere il nome di quel dolce. Il cuoco allora, onestamente affermò che quello era ” Il pane de toni”, da qui panettone.

Ludovico il Moro

Gli ingredienti del panettone sono Acqua, Farina 0, Sale, Uova fresche e tuorli pastorizzati, Latte, Burro, Zucchero, Frutta candita come arancia e cedro, Uvetta sultanina, Vaniglia e Lievito naturale. La produzione annuale si attesta sulle 78mila tonnellate tra panettoni, pandori e dolci tipici natalizi, ovvero circa 100milioni di panettoni da 1kg o 750 gr. che venduti ad una media di 10 euro a testa, ( tra grande distribuzione e forni artigianali) fanno circa 1 miliardo di euro. Un business incredibile se pensiamo che si parla di un dolce.

il Panettone classico

Noi di vinifico vi proponiamo un panettone artigianale di altissima qualità cotta per noi da i fratelli Marigliano. Di diverse tipologie, dal classico a quello con cioccolato fondente, da quello con liquore strega a quello con la Melannurca. Bisogna però ordinarlo e aspettare un poco di tempo per riceverlo, proprio perchè artigianale, viene inviato il più fresco possibile.

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Il Montepulciano d’Abruzzo.

C’è in giro ancora una piccola confusione tra il Montepulciano d’Abruzzo e il vino Nobile di  Montepulciano. Il vino nobile di Montepulciano viene prodotto nell’area adiacente la citta’ di Montepulciano in Toscana, mentre il Montepulciano d’Abruzzo cresce, appunto, in Abruzzo, anche se non ha un luogo di riferimento ad essa per il nome.  Partiamo dal presupposto che il Nobile di Montepulciano, non ha niente a che fare con il Montepulciano Abruzzese. Tra l’altro la Toscana è patria del Sangiovese. Bel il 64% dei vini Toscani infatti sono realizzati con questo vitigno. Ma allora perchè il Montepulciano Abruzzese ha questo nome se nessuna area o comune è identificato con questo nome nella Regione Abruzzo? E perchè se ne differenzia così tanto? Bisogna tornare indietro nella storia. Il vitigno nasce nella valle Peligna ed ha caratteristiche simili ai vini mediterranei di provenienza Ellenica. Sia Ovidio, il noto filosofo Sulmonese, che Polibio , ne parlano. Si è quindi sicuramente diffuso in epoca remota, forse pre-romana. La Valle Peligna, fra le località di Raiano e Sulmona su colonizzata dai Peligni provenienti forse dall’Asia Minore o dall’Illiria, intorno al XII secolo avanti Cristo, da dove quindi si suppone sia provenuto questo vitigno. . Ma il nome fu quasi sicuramente dato dai Medici. Essi avevano una tenuta presso Carapelle Carvisio, vicino Santo Stefano di Sessanio. E fu li che s’importarono le prime tecniche viticole ed enologiche evolute dalla Toscana in Abruzzo. Da qui, si suppone che venga l’uso di chiamare montepulciano i vini prodotti, non per l’uva, ma per i sistemi introdotti dai Medici per lavorarla. 

La differenza tra i due vitigni è piuttosto evidente: il nobile ha una struttura molto complessa e un colore molto scuro. Deve affinare molto tempo e da il suo meglio invecchiando parecchio.  L’abbinamento principale è la selvaggina. Il Montepulciano d’Abruzzo al contrario e’ un vino di facile beva e si abbina a moltissime tipologie di cibo come pasta, pizza, formaggi stagionati, etc. Ha un profumo di ciliegia molto evidente. E puo’ invecchiare molto bene. Un vino molto versatile. Tra i piu’ diffusi in Italia ed esportati all’estero. 

Nel video che segue, il titolare della Cantina Collecorviano vi presenta il suo Montepulciano. 

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Com’é fatta la Grappa?

La grappa é un prodotto tipicamente italiano. Nel mondo ogni paese ha un suo prodotto distillato che si differenzia dal tipo di materiale usato. La Grappa ad esempio usa distillare le vinacce, mentre il brandy è un acquavite di vino. La vodka ad esempio usa le patate, il whisky i cereali, il Rum la canna da zucchero. L’elenco è lunghissimo.

Ci sono poi 3 tipologie di Grappa: quella dalla svinatura dei rossi, la seconda tipologia dalla vinificazione in rosato e la terza dalla sgrondatura della vinificazione in bianco.

Mai confondere la grappa, che è un distillato di vinacce fermentate, con l’acquavite d’uva, che è un distillato di mosto.

Aggiungiamo che la Grappa è suddivisa in : Giovane, Aromatica, Aromatizzata, Invecchiata e riserva invecchiata o piu’ semplicemente Stravecchio. L’Invecchiata resta 12 mesi in legno, lo Stravecchio ben 18. L’ Aromatica deriva da uve, appunto aromatiche come: il Moscato, il Traminer o la Malvasia. Invece l’Aromatizzata quando vengono aggiunte al suo contenuto aromatizzanti naturali quali erbe, frutti o radici.

Curiosità: l’etimologia della parola Grappa NON deriva ne dal Monte Grappa in Veneto e ne dalla città di Bassano del Grappa, bensì dalle parole dialettali con la quale veniva chiamata questa magnifica bevanda, cioè Branda in Piemonte e sgnàpa in veneto.

La cantina di vinifico ha differenti grappe invecchiate, o aromatizzate. La scelta e’ piuttosto ampia.

Infine vi suggeriamo il bicchiere da usare per gustare la grappa al meglio. Vedi foto in basso.

Bicchiere per Grappa

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Perche’ si dice Whisky torbato?

torba

Whisky torbato? Cosa significa? Il Whisky per antonomasia e’ associato ad un paese in particolare: la Scozia. In questa nazione ci sono circa un centinaio di distillerie in attivita’. Sono suddivise in 6 zone: Highlands, Lowlands, Speyside, Island, Campbelltown e infine la celeberrima Islay, dove vengono prodotti i migliori whisky torbati. La torba non e’ altro che il terreno presente nel terreno ( vedi foto).

Quindi la torba, viene ridotta in pezzi piu’ o meno grandi e messe vengono nel forno all’interno della distilleria ( vedi foto)

Il fumo sprigionato va ad invadere la sala superiore, dove il malto steso sul pavimento, viene AFFUMICATO. Questo da il caratteristico sapore e profumo che differenziano il whisky torbato dal whisky con procedimento classico.

L’isola di Islay ha ben 8 distillerie tra le piu’ famose in Scozia, come appunto la sopra citata Laphroaig e le altre che sono Bowmore, Bruishladdich, Bunnahabhain, Caol ila, Kilchoman, Lagavulin e Ardbeg.

Ardbeg  viene considerata la distilleria che produce i whisky più torbati e forti di tutti, Bunnahabhain il meno forte.

Il whisky piu’ conosciuto in assoluto tra questi e’ senz altro il Laphroiag.

Nella nostra cantina abbiamo un paio di tipologie, il classico invecchiato 10 anni e il Laphroaig Lore che viene fatto maturare in un mix di botti ex-sherry Oloroso, un particolare legno molto costoso.

Se avete un po’ di dimestichezza con l’Inglese, cliccando sul link qui sotto, potete vedere il video che spiega tutto il processo per la produzione dei whisky Laphroaig direttamente dal loro sito. Vi ricordiamo che la pronuncia dell’Isola di Islay, dove si concentrano le migliori distillerie di whisky torbati della Scozia e’ AILA’.

https://youtu.be/k9Xo900woaU

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Gusto rotondo

Cosa significa gusto rotondo?

Vinifico oltre ad essere un sito di vendita online, si pone anche lo scopo di aiutare la gente a capire meglio il vino ed apprezzarne le qualita’. Considerate che nel 1780 Maupin, un agronomo, impiegava 40 parole per descrivere un vino, mentre oggigiorno se ne usano un migliaio per descrivere un vino. Gia’ i Greci e i Romani avevano regole ben precise per assaggiare e descrivere un vino. Plinio racconta nelle sue scritture che il vino non andava degustato né a digiuno, né a stomaco troppo pieno, che si teneva il vino in bocca e poi doveva essere sputato. Gli assaggiatori infatti esistevano gia’ ai tempi di Plinio. essi si chiamavano haustores. Ogni settimana, dunque, vi proporremo una parola “tecnica’, usata da chi vive il vino professionalmente o dagli amatori evoluti. Avrete senz’altro udito in qualche corso per assaggi di vino o in tv, questo termine che ai piu’ resta piuttosto indecifrabile: GUSTO ROTONDO. Cosa esattamente si vuole intendere? Un vino rotondo è un vino in cui i sapori dolci equilibrano i sapori acidi e tannici. E’ l’opposto di angoloso, spigoloso. Un vino rotondo  è liscio e gentile sulla lingua, morbido per intenderci.